Filippo Lombardo è un artigiano nato a Reggio Calabria; insieme alla moglie Loredana Crivellari vive a Ventimiglia, in Liguria, a pochi chilometri dalla frontiera con la Francia. Negli ultimi quattro anni hanno ospitato nella loro casa circa 600 migranti.
Sono ormai conosciuti come “quelli del furgoncino rosso”: accolgono e danno rifugio a tante persone che vengono respinte al confine con la Francia. “Il primo si chiamava Hussain. Era un ragazzo tunisino. Lo abbiamo trovato malconcio, era stato picchiato”, raccontano. “A Natale è arrivata una ragazza nigeriana. Camminava per strada assieme al figlio di quattro anni. Erano stati respinti., scaricati al confine”.
“Il problema – continuano – è che non si fidano più di nessuno. Quando avvicini queste donne che sono state violentate e messe in carcere in Libia, donne in viaggio da anni, donne che hanno attraversato il mare, senti tutta la loro preoccupazione”. In cambio, Filomena e Filippo non vogliono nulla. “Ci dividiamo i compiti”, racconta Filomena, infermiera in pensione. “Io mi occupo dell’accoglienza in casa, mia marito va con il furgone quando sappiamo che ci sono donne o famiglie in mezzo alla strada”.
Talvolta l’afflusso è massiccio, anche trenta persone in una settimana. “Non ce ne siamo mai dovuti pentire”, racconta Loredana: “Nessuno ha mai portato via un solo euro. Vedevamo questi ragazzi e ragazze sulle strade… Forse perché ci siamo conosciuti negli scout, e quando sei scout lo sei per tutta la vita. In questi anni abbiamo capito che aiutare gli altri è bellissimo, ti cura l’anima” .
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Fonte: La Stampa; La Repubblica; foto di August de Richelieu
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