Tutto è iniziato con una conversazione tra due mamme inglesi, concordi nel non voler ancora acquistare uno smartphone ai loro figli undicenni. “In classe ce l’hanno tutti”, dicevano i ragazzi. “E se potessimo cambiare la norma sociale in modo che nella nostra scuola, nella nostra città, nel nostro Paese fosse una scelta strana quella di regalare a tuo figlio uno smartphone a 11 anni? Se potessimo “resistere” fino ai 14 o 16 anni?”, si chiedevano le mamme. “È troppo presto per dare ai nostri figli l’accesso a qualcosa che apre le porte alla violenza, alla pornografia, al bullismo, all’adescamento e alla macchina dell’ansia che sono i social media”.
Le due donne hanno quindi deciso di creare un gruppo WhatsApp, chiamato “Genitori Uniti per un’infanzia senza smartphone” e dopo aver condiviso l’idea hanno trovato migliaia di altri genitori che la pensavano allo stesso modo. Il gruppo è diventato virale e, superate le 1000 persone, Daisy Greenwell e suo marito hanno incoraggiato le persone ad avviare propri gruppi locali. In meno di tre settimane sono diventati decine in tutta l’Inghilterra, con migliaia di aderenti. “Il vero potere nell’eliminare la pressione dei pari risiede all’interno della propria scuola e delle propria classe; per questo è importante lavorare per gruppi locali”, spiegano. Il movimento è diventato di massa e ha scritto e mette a disposizione di tutti i genitori dei manuali con suggerimenti di esperti per aiutarli a introdurre l’argomento nella classe, preparare una lettera ai dirigenti scolastici e trovare alternative all’uso del telefono.
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Fonte: Smartphone Free Childhood; foto di Pixabay
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