Dopo decenni di pesca eccessiva e di sfruttamento marino selvaggio, le popolazioni di diverse specie ittiche in mari e oceani di tutto il mondo sono in ripresa e fanno segnare riserve più abbondanti che mai.
Il rapporto della Commissione europea sugli stock ittici riporta che il nasello, uno dei pesci più consumati nei Paesi mediterranei, ha visto la sua popolazione aumentare a livelli senza precedenti soprattutto nei mari settentrionali e nell’oceano Atlantico. Questa ripresa ha consentito una gestione più razionale delle quote di cattura in modo che il nasello possa essere pescato in modo sostenibile.
A seguito della diffusione di pratiche di pesca indiscriminate e di gestioni incontrollate delle coste e dei fondali, il calo degli stock marittimi e della rete alimentare marina diventò un tema che negli anni ’90 fu riconosciuto come un problema per l’approvvigionamento alimentare. L’Unione Europea, tra le prime nel contesto internazionale, introdusse misure rigorose all’inizio degli anni 2000 con l’obiettivo di ripopolare i mari e rendere equilibrati la pesca e il consumo di pesce. Le norme stabilirono limiti rigorosi di cattura basati su pareri scientifici, aumentando le dimensioni delle maglie delle reti da pesca per consentire ai pesci più piccoli di scappare e creando grandi aree protette per la crescita delle giovani generazioni. Tutti questi provvedimenti hanno contribuito alla significativa ripresa delle riserve ittiche.
“Il mare è generoso; con le giuste misure, le risorse possono essere reintegrate. Ci sono limiti che non dobbiamo oltrepassare”, commenta il biologo marino Javier López di Oceana.
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Fonte: Unione Europea; Euronews; foto di Peter Simmons
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