La buona notizia del giorno
L’isola di Taiwan ha una grande passione per le ostriche: ne vengono raccolte circa 200.000 tonnellate all’anno e la loro polpa carnosa è largamente utilizzata nella cucina locale. Secondo i dati del Ministero dell’agricoltura, ogni anno vengono scartate circa 160.000 tonnellate di gusci che si accumulano nelle strade delle città dove avviene l’acquacoltura, causando gravi problemi ambientali e di smaltimento, forte odore di pesce per chilometri e diventando siti ideali di riproduzione per le zanzare.
Un giovane taiwanese, Eddie Wang, ha preso ispirazione dalle case dei pescatori di ostriche che usano i gusci come isolante per le loro abitazioni, notando che rimangono fresche d’estate e calde d’inverno: “Bruciavano i gusci e dipingevano i muri con i residui… Ero curioso di scoprire perché le conchiglie delle ostriche avessero un effetto così miracoloso”. Dopo aver studiato le proprietà delle valve, Wang è riuscito a brevettare un tessuto fatto con questo materiale e ad aprire un’azienda che ricicla i gusci delle ostriche traendone un filato con caratteristiche sorprendenti, il Seawool (lana di mare). “Il guscio dell’ostrica è un materiale con bassa conduttività termica, non assorbe calore né lo dissipa” spiega.
“I gusci catturano e immagazzinano l’anidride carbonica dall’atmosfera e anche la loro trasformazione in Seawool non richiede l’uso di acqua, rendendolo un prodotto a basse emissioni di carbonio”, racconta Wang. Con questo filato sono prodotte giacche, maglioni e pantaloni sportivi. “Quando ero bambino nessuno voleva i gusci delle ostriche: venivano gettati e scartati ovunque. Ora i rifiuti si sono trasformati in oro.”
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Fonte: Creative Tech Textile; AFP; foto di Castorly stock
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