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Giuseppe Sciarrino

SALONI DI BELLEZZA CONDIVISI: UN NUOVO MODO DI LAVORARE INSIEME 

 

 

Nel post-emergenza le micro attività di acconciatura ed estetica potrebbero dover affrontare una contrazione del lavoro causata da minore propensione alla spesa e dalla difficoltà di gestione degli spazi chiusi. La CNA – Confederazione Nazionale dell’Artigianato – sta riprendendo una proposta a cui lavora da alcuni anni; l’affitto e la condivisione della poltrona o della cabina per parrucchieri ed estetisti.

 

 

Soluzione nata nel mondo anglosassone, negli Stati Uniti prende il nome di “booth rental station” e permette di occupare e condividere una postazione in un qualsiasi salone da parrucchiere, a patto di arrivare con un proprio pacchetto clienti consolidato. Il fenomeno delle “station” si è esteso poi anche al mondo dell’estetica. In Europa sono sorte in Francia, Inghilterra, Germania e Belgio mostrando, anche nel nostro mercato comunitario, notevoli vantaggi. Questa condivisione di saloni permette infatti, oltre all’abbattimento dei costi di affitto e delle utenze, anche l’emersione da una situazione di irregolarità. Nel caso dell’Italia questo risvolto si rende particolarmente coerente con la situazione esistente.

 

Nel nostro Paese infatti una situazione molto diffusa e che crea concorrenza sleale nel settore è proprio la prestazione a domicilio non regolamentata: un fenomeno che si è radicato in seguito alla crisi economica del 2008, soprattutto nei settori acconciatura ed estetica.

 

Spiega Giuseppe Sciarrino, responsabile regionale area benessere CNA «Stiamo cercando di promuovere l’affitto della poltrona o della cabina da alcuni anni. Ora con la crisi economica a cui dovremo far fronte nel post emergenza siamo ancora più convinti che sia un’ottima pratica da mettere in campo per permettere a tutti di lavorare onestamente. Con la condivisione dei saloni, inoltre, ci sarà un abbattimento dei costi per i professionisti, che si tradurrà in prezzi più concorrenziali». 

 

Come funziona nella pratica? L’affitto della poltrona o della cabina è un contratto attraverso il quale l’acconciatore o l’estetista locatore concede in uso una parte dei locali nei quali svolge l’attività, a favore di altri soggetti, acconciatori o estetisti. Questi, per poter esercitare regolare attività, devono essere in possesso della qualifica professionale, oltre ad aver esercitato un apprendistato.

 

Il contratto poi regolamenta diversi aspetti, dall’ammontare del canone totale a cosa è compreso nell’affitto. Si può decidere di mettere a disposizione delle attrezzature, di condividere alcune spese e addirittura il personale, di acquistare prodotti in comune, condividere il sistema di prenotazione o campagne di marketing. Le spese comuni come la quota dei consumi energetici, la pulizia dei locali o le spese condominiali sono condivise. «In pratica chi decide di condividere un salone può svolgere la propria attività disponendo solo dell’abilitazione professionale».

 

 

 

LE BUONE PRASSI MEZZOPIENO AL LAVORO 

Dal programma Mezzopieno per l’organizzazione positiva del lavoro

 

SUPERARE IL CONCETTO DI CONCORRENZA

 

 

Collaborare e condividere è sempre uno strumento molto potente, ma lo è ancora di più quando si attraversa una crisi. La condivisione è un metodo che permette di abbattere costi e sprechi allo stesso tempo, massimizzare l’utilizzo di un bene ma anche le spese ad esso legate, nonché la possibilità di avvalersi di economie di scala e di fare uso di beni e servizi comuni che singolarmente potrebbero essere troppo onerosi.

 

Nella Cuba degli anni ‘90, per fare un esempio, quelli che sono definiti in lingua locale i manitas (aggiustatutto, ndr.), non avevano la possibilità di lavorare da casa – spesso sovraffollata di familiari – e neppure le capacità per far fronte alle spese di un locale in cui svolgere l’attività lavorativa. Il governo pensò così di creare dei centri di aggregazione suddivisi per professionalità, dove manitas, ma anche barbieri, parrucchieri o estetisti, potessero esercitare la professione, abbattendo i costi di gestione, luce e anche trasporti. Dopo la fine del Periodo especial, queste modalità di condivisione hanno continuato a esistere e alcuni centri si sono trasformati, nel tempo, in veri e propri saloni di bellezza o poli di riparazione.

 

Per farne una buona pratica vanno comprese le cause che hanno impedito finora in Italia la diffusione di questa modalità di condivisione. Da un’analisi del CNA e di Confartigianato, emerge che nel settore della micro-imprenditoria legato al benessere, esiste una elevata competizione e una difficoltà al lavoro collaborativo causata da una tendenza a vedere con diffidenza gli altri professionisti concorrenti. La paura di perdere clienti è stata finora alla base di questi atteggiamenti di chiusura che tuttavia è più caratteristica della cultura italiana mentre trova un diverso approccio in molti altri Paesi del mondo in cui le attività commerciali sono spesso collocate per categoria tutte insieme in zone delle città dedicate a loro. Questa modalità invece di aumentare la rivalità e la concorrenza, riesce a creare poli con maggiore specializzazione e pratiche di collaborazione e di mutua proliferazione.

 


 

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© MEZZOPIENO NEWS | TESTATA REG. TRIB. TORINO 19-24/07/2015

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