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LA VITA È UNA CELEBRAZIONE

Editoriale

Quante volte nella vita si abbraccia il momento, ci si ferma a guardarlo negli occhi e lo si condivide con gli altri? Spesso lo scorrere delle nostre giornate si avvicenda in una girandola di avvenimenti, incontri e impegni che si susseguono in modo talmente tumultuoso da lasciare poco spazio per ammirare la strada che si sta percorrendo. La tensione continuamente protesa verso il divenire rischia di farci dimenticare il grande e allo stesso tempo sottile piacere di essere, la gioia nello stare.

 

Se da bambini ogni momento era giusto per gioire, divertirsi, per cercare di stare bene senza badare ad altro, crescendo, la capacità di celebrare il cammino e di riconoscere la bellezza del mondo che lo sta percorrendo sembra affievolirsi o ridursi ad aspetti rituali simili ad un atteggiamento consumistico. Forse a volte ci dimentichiamo che ogni giorno è un dono, un traguardo per cui rallegrarsi e far festa, non occorre aspettare i momenti speciali per congratularsi con la vita o per ringraziare di farne parte, di essere proprio qui, ora. Ogni cosa riflette una luce che non viene da noi e che andrebbe onorata. Ricordarsi di essere nati, di essere vivi, del momento in cui abbiamo conosciuto una persona speciale per noi o di quando qualcuno ha scoperto un nuovo modo di esprimersi dell’esistenza. Ma anche lodare il momento in cui le nostre braccia stringono una persona, quando mettiamo a letto il nostro bambino, conduciamo il nostro gregge al pascolo verde o scriviamo l’ultima riga di una poesia.

 

Anche la natura lo fa quando, ad esempio, con la primavera ci dice: “Andiamo a una festa”. Tutto sembra celebrare. Sono i momenti in cui pare possibile ricollegarsi con l’esistenza, fermarsi per riconoscere che “va bene così”, un ampliamento del presente senza aspettative ulteriori, l’appagamento che diventa accoglienza assoluta dell’attimo. Se l’estasi è un movimento verso l’alto, la meditazione il percorso che scende in profondità, vivere entrambe queste dimensioni diventa celebrazione. Nello spettacolo della vita, quando celebri sei tu a ballare. Quando smetti di preparare le condizioni per essere felice e glorifichi, sei tu ad essere inebriato dalla gioia e dall’energia che muovono tutte le cose.

La differenza tra fare e celebrare sta nella presenza o meno dell’obiettivo, non dipende dal ‘cosa’ ma dal ‘come’. Celebrare è essere totalmente dentro, senza fini, senza pretese di futuro; purificare l’attimo presente e innalzarlo all’infinito. Allora tutto può diventare una celebrazione: un nuovo inizio, la fine delle cose, la quotidianità, il silenzio, anche il lavoro, quando si fa rito, preghiera, un tramite per espandere la relazione con le anime, con la materia e con il mondo. Partecipare alla danza di riconoscenza dello spirito dell’universo è una delle cose fondamentali per essere felici. Trasformando anche le piccole cose in una celebrazione di armonia e di rispetto per tutto ciò che ci circonda.

 

Ogni giorno, ogni persona e ogni gesto sono una celebrazione, per la gratitudine che dal profondo del nostro essere scopre continuamente la meraviglia che ci circonda. Per imparare a danzare insieme nel banchetto della vita.

 

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Luca Streri

Fondatore del movimento Mezzopieno

 

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