La buona notizia del giorno ■
Negli ultimi due decenni, più di 25 paesi hanno vietato l’allevamento di animali da pellicce o hanno introdotto normative che hanno di fatto limitato la pratica.
I primi paesi a porre fine all’allevamento di visoni da pelliccia sono stati il Regno Unito (2003) e l’Austria (2005) e nel 2018, la Norvegia , un tempo il più grande produttore mondiale di pellicce di volpe, ha deciso di chiudere tutti gli allevamenti. Nel 2021 Israele è diventato il primo Paese al mondo a vietare la vendita di pellicce mentre la California è diventato il primo Stato senza pellicce nel 2019.
Gli allevamenti stanno chiudendo in tutto il mondo e leggi molto stringenti stanno regolando il benessere degli animali con standard di allevamento rigorosi che in molti casi stanno portando a non essere più redditizio operare nel settore. La pelliccia sta perdendo sempre più popolarità, anche tra i consumatori. Nel 2023, la produzione globale di pellicce è crollata di quasi il 40% rispetto all’anno precedente, dopo un decennio di declino che ha visto il settore contrarsi complessivamente dell’85%.
L’Unione Europea ha visto un drastico ridimensionamento degli allevamenti di animali da pelliccia: nel 2018 erano oltre 4.300, mentre nel 2023 il numero è sceso a poco più di 1.000. La Cina, il principale produttore mondiale di pellicce, ha registrato un calo della produzione di oltre il 50% dal 2022. Molti stiliti hanno ufficialmente abbandonato l’uso di pellicce animali e oggi oltre 1600 marchi si sono impegnati a non utilizzare più pellicce.
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