UNA SECONDA OPPORTUNITÀ ALLA TECNOLOGIA E ALL’AMBIENTE
Sviluppare innovazione sostenibile partendo dal doppio presupposto di migliorare sia la qualità della vita delle persone che quella dell’ambiente. Recuperare e valorizzare le potenzialità residue della tecnologia che molto spesso vede terminare la sua utilità a causa dell’obsolescenza.
Questi principi hanno ispirato una giovane azienda nata a Torino, la Domethics, una startup innovativa che lavora in uno dei settori di più recente affermazione, il cosiddetto IOT o Internet Of Things, l’internet delle cose. “Nel mondo ci sono circa 6 miliardi di vecchi smartphone inutilizzati e allungare la vita per l’1% di essi per un anno potrebbe evitare l’emissione in atmosfera di 280.000 tonnellate di CO2”, racconta Mirko Bretto, uno dei fondatori, parlando del suo approccio a Mezzopieno. “L’obiettivo di dare una nuova a vita a vecchi dispositivi dimenticati in un cassetto o destinati a diventare rifiuti elettronici, e contestualmente aumentare il benessere in casa, ci ha ispirati ad inventare Adriano, un dispositivo che rende smartphone e tablet dismessi delle porte digitali per l’automazione domestica, con possibilità di gestire la propria abitazione utilizzando la domotica e con una spesa molto contenuta”.
Questo dispositivo composto da hardware e software permette l’apertura dei cancelli delle tapparelle elettriche, gestisce la qualità dell’aria e “parla” con gli elettrodomestici. Può gestire la sicurezza, monitorare l’abitazione e far risparmiare sulle bollette fino al 30% grazie alla gestione intelligente del riscaldamento, raffreddamento e gestione del consumo elettrico. Può inoltre occuparsi del monitoraggio remoto e dell’assistenza domiciliare di disabilità lievi e di sostegno all’anzianità.
“Ci siamo ispirati ad Adriano Olivetti e alle sue pratiche di impresa come strumento a servizio della comunità, in cui crediamo molto. Grazie ai vantaggi fiscali e burocratici che la struttura di startup ci ha dato, siamo cresciuti molto fino a diventare, dopo cinque anni, una PMI innovativa che si occupa di scouting tecnologico, la ricerca di prodotti e di soluzioni tecnologiche e su commissione. Le nuove tecnologie sono complesse e molte aziende necessitano di supporto per inserirle nei loro processi, di analisi di usabilità e di personalizzazioni”.
“La nostra attività principale consiste nel generare valore partendo da semplici idee e dai bisogni reali che il mercato evidenzia” spiega Bretto. “Adriano, in particolare, nasce dalla volontà di ridurre lo spreco di risorse elettroniche, materie prime preziose, terre rare e ore di lavoro e di proporre sul mercato un prodotto a un basso costo e semplice da usare”. Un approccio che punta ad umanizzare la tecnologia e a portare benessere.
LE BUONE PRASSI MEZZOPIENO AL LAVORO
Dal programma Mezzopieno per l’organizzazione positiva del lavoro
INNOVARE E UMANIZZARE LA TECNOLOGIA
La tecnologia che oggi viene prodotta è molto potente e complessa, solitamente più di quanto un utente medio sia in grado di comprendere e di gestire. L’elettronica è spesso pensata per facilitare o accelerare un processo umano, ponendolo come priorità, ma rischia di tralasciare o addirittura prevaricare il suo impatto sulla società e sull’ambiente. Riflettere sul futuro della tecnologia significa renderla più umana, sostenibile ed equa, lavorando perché gli effetti che essa produce possano andare oltre l’uso per cui è pensata. Umanizzare la tecnologia significa intenderla come strumento per il miglioramento della vita delle persone che al contempo permetta loro di essere più umane e anche più naturali.
L’applicazione dell’intelligenza artificiale su scala globale e aziendale sta ridisegnando i confini del mondo dell’industria e delle attività di impresa e delineando contorni nuovi ai mercati. La nascita di veri e propri ecosistemi digitali rivoluziona il modo in cui ogni azienda, anche non direttamente legata alla tecnologia, organizza le catene dei valori, stimolando un processo di trasformazione che richiede di adattare le tecnologie ai clienti e ai processi, di adeguare i propri obiettivi a quelli delle persone e non più il contrario. Per realizzare questo nuovo modello di sviluppo, le aziende possono seguire la via di rinforzare la ricerca tecnologica interna o di creare dei rami indipendenti o addirittura delle startup che investano in idee imprenditoriali e innovative, dando spazio alla creatività e ai talenti, spesso anche per finanziare le idee dei loro dipendenti.
L’opzione è quella di creare degli incubatori di innovazione interni all’azienda oppure di appoggiarsi a enti che lo fanno come università o poli tecnologici. La creazione di startup separate dall’azienda è una scelta che permette una flessibilità e una velocità di reazione maggiore, la semplificazione dei processi e l’impiego della metodologia growth hacking, un processo di sviluppo che unisce il marketing all’informatica e alle competenze multidisciplinari.
La consapevolezza da cui partire è che l’implementazione delle nuove tecnologie è sempre meno dipendente dalla sola idea o dall’intuizione tecnologica che può valere il 10/20% dell’intero processo realizzativo, secondo le stime di Bretto, mentre occorre dedicare strutture con capacità imprenditoriali, propensione al rischio, agilità e capacità di implementazione e di relazione con il mercato, con il sistema bancario, gli investitori, i finanziatori e l’indotto tecnologico.
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Questa testimonianza appare su Mezzopieno News #37