Esiste un metodo di detenzione che permette a chi ha commesso dei crimini di avere una risposta diversa, senza coercizione.
In Brasile sono state realizzate delle strutture alternative alle tradizionali carceri di Stato. Sono gestite da civili e da volontari senza la polizia penitenziaria e si basano sulla scelta dei detenuti di entrare a far parte di un programma di recupero a cui loro devono collaborare. Le carceri Apac sono una risposta più umana, economica e sicura alla detenzione.
Il 20 marzo scorso è stato aperto un nuovo carcere Apac a Rondônia, nel nord del Paese, portando a 49 il numero di strutture di questo tipo.
Non ci sono guardie o armi e i visitatori sono accolti da un detenuto che apre la porta della prigione. I carcerati sono tutti chiamati per nome e non con un numero e seguono un percorso di giustizia riparativa e di riabilitazione che si basa sullo studio e il lavoro, a volte in collaborazione con la comunità locale. Se non seguono il programma o se cercano di fuggire, sono restituiti al sistema carcerario tradizionale.
L’assenza di guardie riduce la tensione. “Alcuni stanno scontando condanne all’ergastolo e hanno commesso crimini atroci ma l’atmosfera qui è serena” dice una detenuta. Molti riescono con la collaborazione e la buona condotta ad ottenere il regime semi-libertà, cosa che raramente si riesce ad applicare nelle carceri tradizionali.
Nel cortile esterno c’è un cartello con scritto: “Nessuno fugge dall’amore”.
Fonte: BBC; immagini di Marina Lorusso – 22 maggio 2018