Non un
semplice dormitorio, ma il primo esperimento
realizzato in Italia di “villaggio” dedicato a chi vive per strada.
Nell’Oasi
del clochard, un nuovo spazio fondato e gestito da City Angels a Milano gli
ospiti possono dormire e mangiare, ma anche giocare a ping pong, leggere un
libro nella biblioteca, guardare la televisione, fare qualche esercizio in
palestra, chiacchierare nella piazzetta centrale. Una
risposta per quando, cessata con il 31 marzo l’emergenza freddo (se di
emergenza si può parlare, visto che il gelo invernale non è un fenomeno
imponderabile), cessa anche la convenzione con il Comune e di conseguenza i
fondi adibiti alle necessità di chi non ha una casa.
Lo
scopo dell’Oasi è quello di intercettare anche chi non si fida dei centri di
accoglienza e di offrire loro uno spazio di dignità. Sorge dove un tempo c’era campo nomadi, poi sgomberato, in via Lombroso 99: un luogo in stato di
abbandono, ma, rimesso a posto, oggi si presenta con una ventina di casette
prefabbricate che accolgono da 4 a 8
persone per facilitare la convivenza. In totale oggi gli ospiti sono 70, di 12
nazionalità diverse, ma l’idea è quella di arrivare ad accoglierne 300 e di
aprire una sezione femminile e uno spazio per i cani degli ospiti, in modo che
nessuna delle relazioni iniziate in strada debba interrompersi. Con un
contributo mensile, tutti i cittadini possono “adottare” una casetta e
dimostrare così la loro solidarietà con chi, come loro, abita la città.
Fonte: La Stampa;
The
Submarine; immagine di City Angels – 18 maggio 2017