per la campagna per la Parità di Informazione Positiva #mezzopieno
Direttore di Radio Salentina e del bimestrale Progetto Salento dedicato all’imprenditorialità e alle buone pratiche dalle imprese.
Qual è per lei il ruolo dell’informazione sul benessere della società?
Il giornalismo dovrebbe essere uno strumento di creazione di consapevolezza. Il lettore – o l’ascoltatore, nel nostro caso, visto che mi occupo di radio – deve sentirsi parte di una comunità che viene raccontata dall’informazione. Ci deve essere un forte nesso tra il pensiero e l’ascolto delle notizie, nel senso che chi ascolta non deve “subire” i contenuti in modo distratto, bensì ci deve essere una linea di continuità, un legame, tra quello che viene diffuso dal mezzo di informazione e la partecipazione attiva di chi riceve l’informazione.
L’ascoltatore non deve prendere passivamente le notizie, anche se certamente è difficile creare engamement, coinvolgimento. Forse ora con i social è un po’ più facile creare questo legame. Dal mio punto di vista, mi fa piacere considerare l’informazione un aiuto alla formazione interiore del pubblico.
Cos’è per lei una buona notizia?
È quella che infonde un senso di possibilità, che permette all’ascoltatore di non sentirsi un escluso, ma parte attiva della società, che gli fa percepire che qualcuno tiene a lui, che le persone sono tutte connesse, parte di una comunità. Il lavoro giornalistico deve creare valore, nel senso detto prima, e quindi benessere.
Può il giornalismo rappresentare uno strumento per aumentare la fiducia e ridurre la conflittualità?
Si, assolutamente. Ma spesso i colleghi usano lo scontro e la tensione tra le parti per soddisfare il loro ego distonico più che per l’interesse del lettore.
Qual è il suo contributo per una buona informazione?
Attraverso le interviste e gli altri contenuti voglio raccontare storie della comunità locale, che spesso non trovano altri spazi per emergere. Ho a cuore il portare alla ribalta le buone esperienze. Attraverso questo genere di contenuti infatti diamo forma a valori quali la cultura della comunità, la presa di coscienza di farne parte e di non essere isolati e passivi rispetto all’informazione.
Cosa vuol dire per lei vedere il bicchiere mezzo pieno?
Significa infondere uno stimolo, far vedere che c’è una possibilità, che non bisogna accontentarsi di contenuti stereotipati.
Spesso ci comportiamo come quando parliamo con chi è in difficoltà e gli diciamo “non è niente, non preoccuparti”. Invece dobbiamo andare più a fondo, analizzare gli aspetti costruttivi in modo equilibrato, tenendo conto di una realtà che può essere anche buona e a cui ci si può ispirare.
Devo anche dire che mi sembra triste dover ricorrere allo specifico aspetto negativo per fare informazione, non mi piace alimentare la conflittualità. Inoltre, noi come Radio Salentina, aderiamo al circuito di emittenti di InBlu, non è un network che cavalca l’informazione negativa/aggressiva, lo stile delle nostre conduzioni è un altro.
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