Le olimpiadi di Rio non sono solo un evento di sport ma sempre di più un’occasione per sperimentare lo spirito olimpico della condivisione e della partecipazione.
Lo chef modenese Massimo Bottura, nominato nel 2015 il miglior cuoco al mondo, ha aperto una grande mensa nel cuore delle favelas di Rio de Janeiro dove gli scarti alimentari degli alberghi, dai ristoranti e dal villaggio olimpico vengono trasformati in cibo per chi non ne ha. RefettoRio porterà ai poveri delle favelas cibo per oltre 19.000 persone e recupererà almeno 12 tonnellate di cibo altrimenti destinati al macero, in tutto il periodo delle olimpiadi.
“Non è beneficenza, è cultura” dice, “ho imparato da mia nonna, che il pane raffermo me lo riproponeva pucciato nel latte e zucchero”.
RefettoRio rimarrà e continuerà la sua attività una volta terminate le Olimpiadi. Parallelamente al progetto di recupero del cibo in surplus, verranno realizzati corsi di cucina e programmi sulla nutrizione rivolti soprattutto ai giovani delle favelas, cercando di educarli al consumo di frutta e verdura fresca invece che di cibi già pronti. Per la realizzazione di questo progetto ambizioso sono stati coinvolti, oltre che 45 dei migliori chef al mondo anche dei giovani cuochi brasiliani formati nelle favelas e nelle comunità povere del Paese.
Bottura non è nuovo a queste iniziative, nel 2015 aveva già aperto un refettorio per trasformare gli avanzi di cibo provenienti dall’esposizione universale di Milano in piatti d’alta cucina per dare da mangiare alle persone indigenti.
Fonte: O GLobo; Corriere della Sera