Un SOS che trasforma l’emergenza in accoglienza, passando per l’arte. È questa l’idea di un ragazzo di 15 anni, Achilleas Souras, nata dal progetto scolastico “Refugiart”. Con la sua installazione “Save Our Souls”, 300 dei 450 mila giubbotti di salvataggio abbandonati sull’isola greca di Lesbo hanno acquistato una nuova vita: dopo essere serviti a trarre in salvo i migranti, sono stati assemblati per formare un igloo, un rifugio per i rifugiati.
L’opera di Achilleas è ora esposta al Museo Marittimo di Barcellona e si potrà visitare fino al 25 settembre. Intanto se la contendono il Moma di New York e la Saatchi Gallery di Londra. Ma Achilleas vorrebbe che fosse qualcosa di più di un progetto artistico. "L’ho pensato come qualcosa che potrebbe essere utilizzato per la prima accoglienza. Ma attualmente è piuttosto complicato usare il mio igloo così com’è come un rifugio. Naturalmente è impermeabile: l’ho lasciato all’esterno sotto la pioggia e l’interno è rimasto asciutto. Ci sono però diversi problemi rispetto al controllo della temperatura: dentro l’igloo o fa troppo caldo o troppo freddo. Ma non mi scoraggio”.
In ogni caso, un obiettivo l’igloo di Achilleas l’ha già raggiunto: quello di aver fatto venire a galla, insieme ai giubbotti, le storie di chi li ha indossati. E cominciando a prendercene cura si ha la sensazione di essere tutti, in qualche modo, sulla stessa barca.
Fonte: Archeyes