A dispetto di quanto sembrerebbe, il tasso di coppie che interrompe il proprio matrimonio per separarsi definitivamente è in calo.
Dopo il picco negativo degli anni ‘70 e ‘80 in cui si sfiorava il 50% di fallimenti coniugali, l’istituzione del matrimonio oggi è più forte ed il trend è in miglioramento da circa un trentennio. Le rilevazioni statistiche denotano un aumento della durata media delle relazioni matrimoniali e un tasso di divorzio che tende a scendere.
Le ultime rilevazioni sulla popolazione americana (una delle più divorziste del mondo) riportano che, dopo 15 anni di matrimonio, per le unioni registrate negli anni ‘70 solo il 65% era ancora sposato mentre per le coppie unitesi negli anni ‘90 il tasso è salito al 70% e per quelle nate nel 2000 è ancora superiore; continuando di questo passo si può prevedere che due terzi dei matrimoni più recenti durerà nel tempo.
Le cause di questo fenomeno inaspettato sono conseguenza di una società in cui ci si sposa più tardi e con maggiore consapevolezza, si sceglie con più libertà e si è più stabili economicamente. “Due terzi dei divorzi sono avviati dalle donne” afferma la terapeuta di coppia William Doherty dell’Università del Minnesota “quindi quando si parla di cambiamenti nelle separazioni, si parla di cambiamento nelle aspettative delle donne”. L’emancipazione femminile e la maggiore indipendenza economica e sociale delle donne determinano matrimoni più sinceri e più uguaglianza tra i coniugi. Il calo dei matrimoni in generale poi influisce positivamente sul numero dei divorzi in quanto sono proprio le categorie più a rischio separazione che si sposano sempre di meno.
Fonte: New York Times