Lo
scorso 4 maggio, la giovane disegnatrice e attivista iraniana Atena Farghadani
è stata rilasciata dopo due anni di detenzione.
La
Farghadani era stata arrestata nell’agosto 2014 e condannata a 12 anni di
carcere con l’accusa di oltraggio e minaccia alla sicurezza nazionale, per
aver realizzato una vignetta satirica che ritraeva i membri del parlamento
iraniano con teste di maiali. La donna, attraverso la vignetta, voleva
denunciare soprattutto le politiche iraniane restrittive nei confronti della
contraccezione volontaria e della pianificazione familiare.
Amnesty
International aveva subito condannato la decisione della Corte Suprema iraniana
invitando i giudici a rilasciare immediatamente l’attivista. Le pressioni
contro l’Iran si erano fatte più forti una volta appreso che la giovane donna,
reclusa nel carcere di massima sicurezza di Evin, stava subendo violenze
fisiche e verbali tra cui l’obbligo di sottoporsi ad un test di verginità, in violazione della Convezione contro
la Tortura.
Nonostante
le sofferenze a cui Atena Farghadani è stata costretta in questi due anni, la
donna ha fatto sapere che continuerà a combattere per i diritti civili del suo
popolo, soprattutto le donne, attraverso la sua arte.
La
scarcerazione di Atena Farghadani è stata seguita da un’ importante
dichiarazione del presidente iraniano Hassan Rouhani che ha affermato di
volersi impegnare in prima persona affinché in Iran siano rispettati i diritti
umani, soprattutto quello della libertà di espressione, un diritto pesantemente
violato in questo paese.
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