Manodopera ed impegno a favore della collettività in cambio di sconti sulle imposte o di sgravi dei debiti con la pubblica amministrazione. E’ il “baratto amministrativo“, in vigore in Italia da poche settimane ed esperimento unico al mondo, che permette di mettere a disposizione il proprio lavoro per saldare le imposte.
I singoli comuni stabiliscono i criteri e le condizioni per la realizzazione degli interventi, sulla base dei progetti presentati da cittadini singoli o da associazioni. L’iniziativa punta a favorire “m_isure di agevolazione della partecipazione delle comunità locali in materia di tutela e valorizzazione del territorio_” e possono riguardare interventi di abbellimento e decoro urbano, la manutenzione, la creazione di aree verdi, la pulizia di piazze e strade, l’assistenza alle scuole, rimozione della neve, recupero e riutilizzo con finalità di interesse generale di aree e beni immobili inutilizzati e in genere la valorizzazione di una zona del territorio urbano o extraurbano.
Questa iniziativa oltre a contribuire a rendere più bello e pulito il nostro paese e a restituire risorse ai comuni che ne scarseggiano, va incontro a chi è in difficoltà, spronandolo a mettere a frutto le proprie energie in modo dignitoso. Il sistema di calcolo della corresponsione è fatto in base al costo orario di un dipendente pubblico impegnato nella medesima mansione.
La pratica di impiegare persone disoccupate o in difficoltà, punta anche alla valorizzazione dell’individuo e delle sue capacità, con effetti positivi sul piano psicologico, attraverso una iniziativa che consente ai cittadini di sentirsi utili e di contribuire alla diffusione di un senso civico e di appartenenza al proprio comune.
Tra i primi comuni ad introdurre con successo pratiche di baratto amministrativo Varese, Vasto e Cagliari.
Fonte: Gazzetta Ufficiale 164/2014 art. 24; Mad Mag