Le “Buchette del Vino”, piccole finestrelle ricavate nei
muri delle antiche enoteche e osterie toscane, tornano a svolgere il loro
compito originale: servire i clienti diminuendo al minimo il contatto.
Questa tradizione, nata durante la pestilenza del 1600 e
dimenticata con il passare degli anni, ha trovato nuova vita in un contesto
simile a quello che ha portato alla sua creazione. Come si legge nel sito dell’associazione Buchette del Vino,
che ne cura la preservazione: “Anno 2020: emergenza COVID-19, lockdown dall’8
marzo, tutti in casa per due mesi, poi finalmente una graduale riapertura.
Alcuni locali fiorentini ripristinano l’uso della loro buchetta del vino per
servire caffè, bevande, tramezzini e gelati, in assoluta sicurezza.”
Molte buchette del vino erano cadute in disuso,
vandalizzate o perdute, soprattutto durante l’alluvione di Firenze del 1966 che ha visto
la distruzione della maggior parte di quelle lignee. “Vorremmo affiggere una
targhetta ad ogni buchetta, la gente tende a rispettarle di più se ne conosce
l’utilità e la storia” ha affermato Matteo Faglia, presidente dell’associazione.
____________________
Fonte: Buchette del vino; New York Post – 6 agosto 2020
✔ VERIFICATO ALLA FONTE | Guarda il protocollo di Fact cheching delle notizie di Mezzopieno
✖ BUONE NOTIZIE CAMBIANO IL MONDO. Firma la petizione per avere più informazione positiva in giornali e telegiornali https://www.change.org/p/per-avere-un-informazione-positiva-e-veritiera-in-giornali-e-telegiornali-e-portare-la-comunicazione-gentile-nelle-scuole