Nell’era
della tecnologia dove tutto diventa possibile con un clik, ci sono ancora
molte persone che vivono senza una protesi a causa degli elevati costi. Un giovane ingegnere spagnolo di 22 anni, Guillermo Martínez ha trovato una soluzione alla portata di tutti, le protesi in
3D.
Dopo un viaggio in Kenya, Guillermo ha ideato i primi prototipi
per le persone che aveva incontrato e che non potevano permettersi una protesi. A seguito di quel
viaggio, dalla sua stampante e dal successo che le prime protesi stampate in 3D hanno riscontrato, è nata l’idea di
un’iniziativa più strutturata e di creare una associazione che se ne occupasse, Ayúdame3D. Guillermo e il suo team hanno come obiettivo quello di riuscire ad aiutare migliaia di persone grazie alla nuova tecnologia.
Il progetto si basa sulla riproduzione
di arti personalizzati, principalmente braccia, detti “Tresi”, realizzati con una stampante 3D,
per poi essere offerti a persone senza risorse provenienti da qualsiasi parte
del mondo al fine di migliorare la loro qualità di vita. Le Tresi sono di tre
tipologie: Trésdesis Nelly, una mano con articolazione del polso che grazie a
questa permette il movimento delle dita; Trésdesis Mery consiste in un braccio
con articolazione al polso che guida l’articolazione delle dita; Trésdesis Vicky, braccio
per le persone senza il gomito dove i movimenti sono consentiti grazie
all’articolazione della spalla.
Il progetto che ha già ottenuto diversi premi, continua la sua ricerca e si sta allargando in tutto il mondo per aiutare sempre più persone.
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Fonte: Ayudame3D – 25 giugno 2020
Volonwrite per Mezzopieno
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