In Yemen e Arabia Saudita si sono completate le procedure di liberazione di 887 prigionieri coinvolti nella lunga guerra dello Yemen. L’operazione coordinata dal Comitato internazionale della Croce Rossa ha visto politici, giornalisti e soldati che sono stati imbarcati su diversi voli speciali tra la capitale controllata dai ribelli, Sana’a, e Aden, controllata dal governo. “Un’enorme operazione logistica che rappresenta un ritorno di fiducia tra le parti e con le Nazioni Unite e che dà slancio a nuovi sforzi diplomatici per negoziare un cessate il fuoco di lungo termine”, ha detto Fabrizio Carboni, direttore regionale della Croce Rossa per il Vicino e Medio Oriente.
La guerra iniziata nel 2014 tra una coalizione guidata dai sauditi e i ribelli Houthi, sostenuti dall’Iran, ha causato decine di migliaia di morti e una delle più gravi crisi umanitarie del mondo, obbligando il governo a fuggire in esilio in Arabia Saudita. Dopo la riconciliazione tra Iran e Arabia Saudita, due delle forze esterne che influenzano la guerra, a Sana’a si sono tenuti colloqui mediati dall’Oman tra l’ambasciatore saudita nello Yemen e gli Houthi, con l’obiettivo di rilanciare un cessate il fuoco scaduto a ottobre e riprendere le trattative di pace per porre fine al conflitto. Nel dicembre 2018 le parti hanno firmato l’accordo di Stoccolma per ridurre l’escalation della guerra e impegnarsi a rilasciare gradualmente tutti gli ostaggi. Il CICR ha facilitato diverse operazioni durante le quali sono stati rilasciati finora circa 1.500 detenuti.
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Fonte: Comitato Internazionale della Croce Rossa; foto di Ahmed Acacha
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