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VITTORIA DE MATTEIS

per la campagna per la Parità di Informazione Positiva #mezzopieno

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Sociologa, giornalista e scrittrice, già componente Commissione Pari Opportunità Associazione Stampa Romana (FNSI), membro del coordinamento Lazio Gi.U.Li.A. (rete nazionale delle Giornaliste Unite, Libere
e Autonome) e Differenza Donna, iscritta alla Società Italiana di Sociologia, Fuis e GIST. Oltre a tenere docenze universitarie e corsi di formazione, è da vent’anni in RAI, attualmente presso Radio1. Da sempre impegnata per una comunicazione gentile e una stampa di qualità come fulcro della vera democrazia. Dirige la testata on line Welltribune.


 

Qual è per lei il ruolo dell’informazione sul benessere della società?

Il ruolo dell’informazione è fondamentale per garantire alle cittadine e ai cittadini gli strumenti per capire la realtà circostante. Fornendo al popolo una pluralità di opinioni, gli si consente così di esercitare la propria libertà di scelta. Possono cambiare le forme, i supporti, i media, ma l’informazione è, e resta, un diritto costituzionalmente garantito per tutti.

 

Cos’è per lei una buona notizia?

Quando si parla di un problema risolto. Si dice che “non fanno notizia”, le good news: alcune testate le stanno finalmente proponendo avendone capito il valore etico e l’intrinseca capacità emulativa. L’unico rischio è di scivolare nel “buonismo”, quando cioè nella narrazione si assume una posizione acritica del contesto, lasciandola scorrere su un piano superficiale. Comunque, se oltre che essere “di interesse pubblico, essenziale, chiara e corretta” ha anche un lieto fine, la notizia non può che rinsaldare il rapporto del lettore con l’informazione.

 

Può il giornalismo rappresentare uno strumento per aumentare la fiducia e ridurre la conflittualità?

Fermo restando l’esercizio del diritto di cronaca, dare spazio ad un giornalismo che tenga conto della sensibilità del lettore, che sappia porgere con garbo le notizie – anche non buone – rispettando le regole deontologiche, e che (soprattutto) non sia “strillato”, non può che abbassare il livello di scontro, alzare la fiducia nel domani della cittadinanza tutta e includere più fasce di mercato

 

Qual è il suo contributo per una buona informazione?

Fare un lavoro di scavo fra le fonti informative per proporre casi reali di vittorie sudate, di sacrifici premiati, di traguardi raggiunti, di merito riconosciuto… Questa è la faccia di mondo poco rappresentato che mi piace condividere con i miei radioascoltatori, lettori e allievi. Grazie ad un processo di identificazione, i fruitori entrano nella storia e partecipano attivamente (social, etc) perché la difendono, sentendola propria. Il riscontro lo si ha facilmente dalle mail che arrivano in redazione (e che vorremmo incorniciare), soprattutto quelle di gente sconosciuta che ha capito il senso del nostro mestiere e lo apprezza. A Welltribune, giornale di constructive
journalism e best practics, cerchiamo di mettere in pratica ciò che diceva l’inventore dello scoutismo Robert Baden-Powell: “il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità agli altri. Preoccupatevi di lasciare questo mondo un po’ migliore di come lo avete trovato e, quando suonerà la vostra ora, potrete morire felici nella coscienza di non aver sprecato il vostro tempo, ma di avere fatto del vostro meglio”.

 

Cosa vuol dire per lei vedere il bicchiere mezzo pieno?

Significa dissociarsi da una stampa volgare ed esprimersi tenendo sempre a mente l’utilizzazione finale del prodotto informativo, sia esso un lancio di agenzia o un articolo di fondo. Sia nelle rubriche che curo nella testata nazionale dove lavoro che nel magazine on line (Welltribune) che dirigo, sia nelle conferenze che nelle lezioni in aula, cerchiamo di ricordare che “un’altro mondo è possibile”, portando alla luce realtà minori,
misconosciute ma preziose ed esemplari per la società.


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© MEZZOPIENO NEWS | TESTATA REG. TRIB. TORINO 19-24/07/2015

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