Termina oggi con la marcia delle scuole di Torino, a quasi un mese dal suo inizio, la Marcia dei Bruchi, un’iniziativa che ha coinvolto vari territori del Piemonte in una campagna di sensibilizzazione sui temi dei diritti umani, della giustizia, della pace, della transizione ecologica e della cittadinanza attiva: 16 tappe per un totale di 263 km percorsi in 67 ore di cammino.

Promossa da John Mpaliza, attivista noto come Peace Walking Man, la marcia deve il suo nome a Giacomo, un bambino di 9 anni della Valcamonica che, tre anni fa, disse: “Chiamiamola Marcia dei bruchi. Insieme, cammineremo lentamente e, come i bruchi, ci trasformeremo in bellissime farfalle e così potremo trasformare anche il mondo”.
L’edizione piemontese della Marcia dei bruchi ha voluto favorire percorsi in cui i giovani possano sentirsi protagonisti, attraverso una sinergia tra le realtà scolastiche, istituzionali e associative locali.

Con musica, striscioni e cartelloni, gli studenti e gli insegnanti hanno manifestato per la pace tra i popoli di tutto il mondo, così come lo scorso sabato avevano fatto le associazioni della società civile, chiedendo insieme la fine al genocidio nella Repubblica Democratica del Congo e il “Cessate il fuoco” e l’inizio dei negoziati di pace per l’Ucraina e la Palestina.
John Mpaliza ha incontrato inoltre gli studenti universitari del corso di Geografia Politica ed Economica della Laurea triennale in Scienze internazionali, dello sviluppo e della cooperazione e ha parlato di estrattivismo minerario e diritti umani nella Repubblica Democratica del Congo.
Per lui marciare per i diritti umani ha il valore aggiunto di portare un messaggio sensibilizzando direttamente l’opinione pubblica dal basso e coinvolgendo i territori. E sottolinea: “Se non hai un giornale, i piedi sono un buon modo di manifestare”.

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Fonte: Marcia dei bruchi; foto di Elisabetta Gatto