La buona notizia del giorno
La Commissione Generale della Pesca nel Mediterraneo ha istituito nel Canale di Otranto la più estesa zona di restrizione alla pesca del mare Adriatico.
La decisione prevede una serie di misure, tra cui il divieto alla pesca di fondo in un’area di oltre 1.900 km2 e una forte riduzione della pesca in una zona cuscinetto di circa 700 km2. I fondali di questo spazio di mare sono estremamente ricchi di pesci e organismi e ospitano coralli bianchi e aggregazioni di spugne profonde, nonché alcuni dei più importanti giardini di Isidella elongata del Mediterraneo, nota anche come corallo bambù. Il Canale di Otranto è un ambiente ideale per delfini, tartarughe, il diavolo di mare e la balena di Cuvier, tanto da essere stato oggetto nel 2021 di un appello per la sua protezione, sottoscritto da 37 Università e Centri di ricerca italiani. La decisione fa seguito anche agli incoraggianti risultati ottenuti dall’istituzione, nel 2017, di una Fishery Restricted Areas nella Fossa di Pomo, nell’Adriatico centrale, dove, in pochi anni, si è registrato un importante aumento di scampi e naselli.
Insieme al mar Ionio, l’Adriatico ospita il 49% delle specie marine del Mediterraneo. Decenni di sfruttamento eccessivo hanno provocato un generale impoverimento della sua biodiversità marina. Le zone in cui la pesca viene chiusa o fortemente ridotta ospitano aree di riproduzione e crescita di importanti specie ittiche o ecosistemi vulnerabili e costituiscono riserve per il recupero di specie ittiche importanti come il merluzzo, fortemente minacciato, e per il ripristino della biodiversità.
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Fonte: Food and Agriculture Organization; MedReAct; immagine di Leonardo Lamas
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