A distanza di cinquant’anni dall’emanazione della legge
sull’aborto l’India ha approvato una modifica che prevede una maggiore parità
di trattamento delle donne, indipendentemente dal proprio status sociale,
religione o casta.
Il nuovo Medical
Termination of Pragnancy Act (legge sul termine medicalmente assistito della
gravidanza) è entrato in vigore il 25 marzo e aiuterà a diminuire il tasso
di mortalità materna, in linea con alcuni degli Obiettivi di Sviluppo
Sostenibile (SDGs) promossi dalle Nazioni Unite. “ È una vittoria per il
desiderio collettivo delle donne in India. Le modifiche hanno aumentato le
possibilità di accesso per le donne ai servizi per l’aborto legale e sicuro”,
ha dichiarato la dottoressa Sumita Ghosh, commissario aggiunto per le commissioni
per l’Assistenza Completa all’Aborto e per la Sanità dei bambini e degli Adolescenti
del Ministro della Salute e del Benessere Famigliare (MoHFW).
In particolare, la nuova normativa prevede l’aumento del
limite di tempo per poter effettuare l’interruzione di gravidanza per alcune
categorie speciali di donne quali vittime di stupro, minorenni e disabili e la
possibilità di eseguire l’operazione in qualsiasi momento a seguito di una diagnosi di
sostanziali anomalie fetali. Inoltre il servizio viene aperto anche alle donne
non sposate, escluse finora dalla vecchia norma ed è stata inserita la clausola di
riservatezza che vieta la comunicazione dei dati sensibili delle donne se non a
chi legalmente autorizzato.
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Fonte:
World Health Organization – 13 aprile 2021
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