Novantasei mila ordigni inesplosi sono stati recuperati negli
ultimi due anni dalle nostre acque lacustri, fluviali e marittime.
La cifra impressionante è stata comunicata dalla Marina militare italiana e riguarda, in particolare, l’attività dei palombari del Gruppo
operativo subacquei (GOS) nel ripristinare le condizioni di sicurezza e
balneabilità dei nostri bacini idrici. Spicca, fra tutti, il clamoroso caso del
lago di Varna (BN), specchio d’acqua in cui l’esercito austro-ungarico in ritirata,
nel 1918, scaricò una parte enorme del proprio arsenale bellico, rimasto quindi
pericolosamente sui fondali. Dal 2017 al momento dell’ultima operazione,
avvenuta a settembre 2019, i GOS, coordinati dal Nucleo sminamento difesa messi
insidiosi (SDAI) di Ancona, hanno recuperato 33.862 ordigni. Il totale
nazionale recuperato nel 2018 è stato di 44 mila reperti, nel
2019 oltre 52 mila.
A questo cospicuo sminamento lacustre si
aggiungono operazioni speciali, come quella effettuata su un peschereccio, nel
golfo di Bari che, gettate le ancore al porto, ha scoperto incastrata fra le sue
reti una mina navale. E il lago di Bracciano non è da meno: di lì i GOS hanno
estratto una bomba inesplosa ad appena un metro e mezzo di profondità. I
palombari del COMSUBIN, il raggruppamento
subacquei italiano, esistono da 170 anni e fanno un lavoro prezioso e riconosciuto a livello internazionale:
nel 2019 hanno formato le Forze marine subacquee degli Emirati arabi, impegnate nello sminamento del Golfo Persico, su come condurre le operazioni di bonifica
dagli esplosivi in mare.
___________________
Fonte: Ufficio Stampa Marina
Militare; Liguria Notizie (foto, per gentile concessione della Marina Militare)
✔ Buone notizie cambiano il mondo. Firma la petizione per avere più informazione positiva in giornali e telegiornali https://www.change.org/p/per-avere-un-informazione-positiva-e-veritiera-in-giornali-e-telegiornali
