Le reti fantasma, perdute o
abbandonate dai pescatori, sono il rifiuto plastico più pericoloso
per la fauna marina che quando vi rimane intrappolata muore per
sfinimento, fame o soffocamento. Nonostante ciò, ogni anno
l’industria della pesca abbandona in mare 640.000 tonnellate di
reti che possono rimanere negli oceani per centinaia di anni,
minacciando l’ecosistema.
La no profit olandese Ghost Fishing
Foundation, in collaborazione con la federazione internazionale della
pallavolo (FIVB), ha lanciato il progetto “Good nets” (Reti
buone) per il recupero delle reti fantasma in mare con la
partecipazione di sub volontari in tutto il mondo. Le reti recuperate
vengono avviate al riciclo e convertite in reti da pallavolo per
sensibilizzare il pubblico sui rischi da inquinamento degli
oceani. Il lancio del progetto è avvenuto nel mese di marzo sulla
spiaggia di Copacabana, in Brasile, dove si è svolto un torneo di
beach volley utilizzando proprio reti da pallavolo riciclate.
“Siamo sub e quindi
teniamo particolarmente agli oceani.” – ha dichiarato il
direttore di Ghost Fishing
Foundation – “Capiamo anche che le reti fantasma causano
danni alla fauna marina in luoghi dove solo pochi possono osservarlo.
Ma le reti da pallavolo, su una spiaggia locale o in un torneo
televisivo, hanno un altro livello di visibilità”.
Fonte: GoodNet -15 aprile 2019
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