Sono tanti quartieri d’Italia ad essersi organizzati per proteggere la quiete e la sicurezza dei luoghi in cui vivono. Un antico sistema già in uso nelle culture rurali da tempo immemore e persosi nel tempo, che ritrova un nuovo senso grazie alla collaborazione tra concittadini.
Semplici abitanti di periferie, uomini e donne di ogni età che dedicano un po’ del loro tempo per la propria comunità, utilizzando la coesione sociale come strumento di aiuto reciproco. Una condivisione della responsabilità di prendersi cura del proprio quartiere e di chi ci vive. Il motto di questi cittadini è “Il miglior antifurto è il tuo vicino” e coinvolge spesso tutta la famiglia, sono circa 60.000 in tutta Italia, la maggior parte in Lombardia ma anche in Veneto, Emilia, Toscana e qualcuno incomincia ad organizzarsi anche in Puglia.
Sono un esercito invisibile di occhi e orecchie attenti, una rete sociale armata di smartphone e chat condivise che segnala anomalie e si scambia informazioni. Nato negli Usa negli anni ‘60 e arrivato anche da noi da qualche anno, il “controllo del vicinato” coinvolge oltre 140 mila persone e 400 comuni, organizzati dal basso per prevenire gli atti di criminalità e rendere le città più tranquille e vivibili. Con l’aiuto di Whatsup si comunicano vicendevolmente le proprie assenze prolungate da casa, in modo che le abitazioni vuote siano sempre sotto controllo. Un coordinatore di zona poi ha il compito di scremare le centinaia di segnalazioni quotidiane e di avvertire le forze dell’ordine solo per quelle importanti.
Fonte: Associazione Controllo del Vicinato – 29 gennaio 2019
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