L’aumento della popolazione sul nostro pianeta pone diversi interrogativi sulla capacità di riuscire a sfamare tutti i suoi abitanti e sulla possibilità di garantire un futuro al genere umano.
Un gruppo di scienziati ha analizzato il rapporto tra la crescita del numero di abitanti sulla Terra e la disponibilità di risorse. Alla Young University delle Hawaii sono stati analizzati 50 beni fondamentali come energia, cibo, materie prime e beni di consumo per un periodo di 37 anni ed è stato scoperto che, invece di ridurre le risorse, la crescita della popolazione umana è andata di pari passo con una maggiore abbondanza di risorse.
La ricerca evidenzia una nuova misura chiamata “tempo-prezzo”, il tempo in cui un essere umano medio deve lavorare per guadagnare abbastanza denaro per comprare un prodotto. Negli ultimi 37 anni il tempo-prezzo del paniere è sceso del 64,7%. In altre parole, le merci che nel 1980 richiedevano 60 minuti di lavoro, oggi richiedono solo 21 minuti di lavoro per l’acquisto.
Nel periodo considerato la popolazione è cresciuta da 4,46 miliardi a 7,55 miliardi e il prezzo del paniere di materie prime è diminuito dello 0,934% per ogni 1% di aumento della popolazione. Questo significa che ogni essere umano nato sul nostro pianeta sembra rendere le risorse proporzionalmente più abbondanti per il resto di noi. Dal 1980 la disponibilità delle risorse è aumentata a un tasso di crescita annuale composto del 4,32%, che indica che oggi la Terra è circa 4 volte più abbondante rispetto a 38 anni fa (+379,6%).
Fonte: Cato Institute – 28 dicembre 2018
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